Intorno
al 555 (certamente tra il 545, secondo Gobry, e il 562, secondo O.
Donnel), dopo un lungo soggiorno a Costantinopoli e anni di attività tra
i fuorusciti romani a Bisanzio, Cassiodoro, come è risaputo, fonda a
Squillace il Vivarium e sulle alture l'eremo di Montecastello.
«Dopo aver visto nascere e finire molti regni di Eruli, Goti e
Bizantini, Longobardi, dopo aver servito sotto molti sovrani, dopo aver
conosciuto il potere e gli onori, ma anche l'emarginazione e l'esilio,
egli trascorse l'ultimo terzo dei suoi anni conducendo una vita di
signore devoto e ritirato, utilizzando le sue capacità di amministratore
per l'organizzazione di un'abbazia modello, applicandosi all'istruzione
dei suoi monaci nella dottrina cristiana ma anche nella conservazione
dell'antico.
In questo
senso, come grande organizzatore di vita monastica e creatore di nuovi
modelli culturali e religiosi, Cassiodoro sta, al pari di Benedetto,
alle soglie della grande civiltà monastica dell'Occidente europeo.
Averne fatto (di Vivario) un'istituzione di natura e finalità unicamente
intellettuali è la conseguenza di due errori storiografici ricorrenti
nelle indagini sulla cultura e la prassi scolastica della tarda
antichità…
Anche il
Vivario, in definitiva, segna un capitolo importante nella storia del
primo monachesimo italiano e anche Cassiodoro è da collocare, con San
Benedetto, tra i suoi grandi fondatori». |