Tu
sai che l'intento del venerabile Cassiodoro, allorché stabilì questo
nostro cenobio, fu di fondare, lontano dalle guerre e dalla nequizia dei
nostri tempi dissipati, una comunità che si dedicasse tutta a conservare
e a trasmettere intatta la parola rivelata.
Di qui la nostra
attività prevalente di copisti delle Scritture, di qui anche una certa
facoltà che ci è concessa di consultare i vecchi codici della nostra
biblioteca quando quelli più recenti, che di regola utilizziamo, non ci
sembrino perfettamente plausibili o corretti. Ti dirò che ne
approfittiamo di rado e con prudenza.
Lo stesso
Cassiodoro lo ha fatto con tanta cura, da lasciare assai poco ai nostri
dubbi e al nostro arbitrio. E molto raramente avvertiamo dunque il
bisogno d'allontanarci dai manoscritti fatti approntare da lui... «Se le
forze mi bastassero - dice ancora Cassiodoro - se io fossi meno infermo
e la mia vista meno logora, amerei dedicare quel po' di vita che mi
rimane unicamente allo studio di questo manoscritto, per tanti versi ne
traspaiono il sentimento della verità e a tratti, se non erro, la divina
ispirazione. E magari potessi alla fine, chiunque sia stato il suo
autore, riconoscere in esso un quinto evangelio…».
...Lo ricordo,
Cassiodoro, negli ultimi anni della sua vita: si trascinava a fatica, è
vero, ed era tremula la sua voce; ma quanto fertile era la sua mente e
ancora vivida la sua memoria. Io giunto qui da poco, confuso tra i
novizi, stupefatto confrontavo la mia con la sua cultura, ammirando
senza invidia, ma un po' umiliato, questo sì la sua preparazione in
fatto di testi sacri. Non li aveva soltanto letti, li aveva sviscerati;
e portava nei suoi metodi, nello sciogliere certi dubbi, nel decidere
quale fosse la variante più probabile, quel giusto equilibrio tra misura
e libertà che nascono solo da lungo studio e da tenace dimestichezza. |