Demetrio Guzzardi spiega il progetto dell’Aec Migliorare la legge 17
La Bottega editoriale, intervista raccolta da Angela Potente, per il Quotidiano della Calabria, giovedì 16 ottobre 2008, pagina 50
CONTINUA l'inchiesta sulla riforma della Legge 17 sull'editoria calabrese in collaborazione con “la Bottega editoriale”. Come si ricorderà,per riformare la legge il Vicepresidente della Giunta, Domenico Cersosimo,ha sollecitato il mondo editoriale ad essere propositivo. Abbiamo ascoltato le idee di Demetrio Guzzardi, editore cosentino di Progetto 2000
«PER promuovere l'editoria calabrese bisogna riprendere la proposta di legge del 2002 elaborata dall'Associazione degli editori calabresi assieme all'assessorato alla Cultura della Regione». Così, con verve da giacobino inflessibile, l'intransigente sanfedista Demetrio Guzzardi esordisce alla nostra domanda circa le sue proposte di modifica della legge sul sostegno all'editoria calabrese. Guzzardi, che parla a nome dell'Editoriale Progetto 2000, ci riceve in un bellissimo palazzo di Cosenza vecchia che sorge su una parallela dell'aristocratico corso Telesio, a due passi dal Duomo. Il colpo d'occhio alle pareti ricoperte dalle sue pubblicazioni ci restituisce una chiara rappresentazione della sua linea editoriale, che è orientata soprattutto su due filoni: quello del Cristianesimo cattolico e quello della Storia locale. Il tutto realizzato tramite una struttura imprenditoriale a carattere familiare, con un catalogo di circa 465 pubblicazioni (delle quali 20 nell'ultimo anno) e con un bilancio orgogliosamente realizzato per l'80% nella e dalla Calabria. Una casa editrice vivace e fattiva che opera dal 1986. L'approccio di Guzzardi è netto: «Come già ho evidenziato durante il recente convegno di “Old Calabria”, bisognerebbe riprendere quel progetto che presentammo alcuni anni fa, grazie al fondamentale apporto di Giancarlo Perani - che in quel momento dirigeva l'apposito settore della Regione - e alla disponibilità dell'allora assessore Saverio Zavettieri. Un progetto poi affossato dal Consiglio regionale». Guzzardi ci spiega i quattro punti fondamentali. Il primo è l'identificazione della figura dell'imprenditore editoriale: tale figura è individuata in chi svolge tale attività da almeno tre anni pubblicando un certo numero di libri, con regolare iscrizione alla camera di commercio e quant'altro. Il secondo riguarda una relazione triennale sulla propria attività svolta. Tale relazione - soprattutto nella parte relativa all'attività di promozione culturale - sarebbe poi alla base dell'ottenimento dei successivi finanziamenti. Nel terzo punto si prevede la creazione di una commissione regionale, formata da esponenti della cultura, dell'editoria e dell'amministrazione regionale (che, nella sostanza, sceglierebbe anche gli altri membri) che avrebbe il compito di erogare i finanziamenti. Tali finanziamenti, e qui siamo al quarto punto, non sarebbero afferenti solo all'acquisto dei libri ma andrebbero anche a sostenere gli investimenti materiali e immateriali. Alle nostre obiezioni circa il fatto che i paletti previsti da questo progetto sono troppo larghi visto che quasi tutti i buontemponi (e/o truffatori) che oggi si improvvisano editori potrebbero facilmente entrare nelle sue maglie, Guzzardi ci replica che è pur sempre meglio dell'attuale “far west” regionale. Alla nostra ulteriore obiezione che una commissione così creata e con così vasta discrezionalità soggettiva potrebbe incrementare il clientelismo, il nostro interlocutore ci risponde in modo lapidario: «Il clientelismo ha purtroppo mille carte da giocarsi. Per quanti paletti oggettivi vorremo porre, se un assessorato vorrà favorire questo o quello potrà aggirare qualsiasi legge come, per esempio, con la cosiddetta “delibera diretta”». Altro cavallo di battaglia dell'editore è quello delle biblioteche. La Regione - afferma - deve essere elemento vitalizzante innescando un circolo virtuoso anche grazie, e soprattutto, riprendendo quella politica di acquisti dei libri calabresi. Una volta la Regione comprava i libri calabresi per donarli a 100 biblioteche regionali, poi è scesa a 30 ora pare orientata all'azzeramento… Riprendendo gli acquisti si incrementerebbe invece la lettura e si tutelerebbe la memoria storica. Inoltre, grazie agli acquisti, si sosterrebbe il settore editoriale regionale. Oggi, senza tali donazioni regionali, le biblioteche non riescono a comprare praticamente nulla. «Ma anche queste cose - sottolinea - sono presenti all'interno del progetto dell'Aec». Guzzardi ci spiega poi come la cosa che più manca sia la programmazione regionale e infatti la Regione procede continuamente e solo a “spot”. «Le case editrici - afferma - sono imprese economiche che hanno bisogno di quadri chiari di riferimento e non delle attuali incertezze continue. Talvolta, come nel caso delle Settimane delle biblioteche, la regione effettua anche interventi ben interessanti. Ma a conti fatti non si sa mai se, e come, queste intelligenti partecipazioni verranno poi trasformate in vere e proprie linee di intervento stabile. Per esempio, siamo ad ottobre avanzato e non sappiamo nulla se e come verrà svolta la “Settimana” di quest'anno. Per non parlare dei pagamenti… Quando va bene l'assessorato alla Cultura paga dopo mesi e mesi. La normalità sta giungendo a toccare l'anno di ritardo!». Nel concludere il nostro dialogo, il patròn di Editoriale Progetto 2000 sottolinea che, ovviamente - essendo passati alcuni anni dall'originale presentazione - il progetto Aec necessita di qualche aggiornamento. Nel primo caso cita Internet, che all'epoca era già avviato ma non esploso come lo è oggi. Nel secondo evidenzia l'idea della rivista/catalogo sulle nuove pubblicazioni calabresi che dovrebbe essere frutto di una stretta collaborazione fra Regione (che finanzierebbe l'iniziativa) e gli editori (che applicherebbero un adeguato sconto ai titoli in questione). Guzzardi appone al progetto una particolarità: la distribuzione, a suo avviso, dovrebbe avere come perno maggiore non le librerie ma le biblioteche. Sarebbe, ci spiega, un'ulteriore sottolineatura della centralità istituzionale di queste importanti strutture culturali.
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