Notiziario Culturale

16 gennaio 2009

Universitas Vivariensis

 

Duemila anni di cristianità narrati
con uno strumento molto popolare

I SANTINI CHE RACCONTANO
LA DEVOZIONE
DEL POPOLO CALABRESE

La collezione dell’editore Demetrio Guzzardi
diventa itinerante nella prospettiva
della creazione di un Museo regionale
di iconografia religiosa in piccolo formato

 

  

Due santini: a sinistra Santa Domenica di Tropea, a destra
il ritrovamento della croce a Polsi in Aspromonte.


di ASSUNTA SCORPINITI
Il Crotonese, 6-8 gennaio 2009, pagine 30-31 Cultura

COSENZA. Avvenne quasi certamente nel convento dei Frati Minori di Mesoraca, il miracolo di Sant’Umile da Bisignano, che, messo alla prova dal Superiore, dovette interrare i cavoli con la cima all’ingiù, per vederli maturare, pur senza radici, dopo poche ore. L’episodio, caro alla devozione popolare, è rievocato dall’effigie del santo recante una pala di agricoltore, venerata nel centro crotonese e riprodotta in un “santino”, uno di più simpatici, forse, dei circa 20 mila appartenenti a una collezione molto particolare, avente per oggetto piccole immagini di santità tra le quali diverse migliaia rigorosamente “made in Calabria”.
A metterla insieme, con passione ed estro da vero intenditore è Demetrio Guzzardi, titolare della nota casa editrice cosentina “Progetto 2000”, specializzata in storia religiosa e cultura della Calabria; da oltre 20 anni, fa editoria non commerciale ma “di progetto”, come, del resto, attesta il nome.
In tale contesto, va collocata la collezione, impropriamente definita tale, perché, in verità, si tratta di un vero e proprio studio, alla base di un programma ambizioso, che prenderà il via nei prossimi mesi, con l’esposizione, in tutte le dodici diocesi calabresi, di una mostra intitolata “Santi, santità e santini di Calabria - un percorso tra arte e pietà popolare”, il cui obiettivo finale, dopo aver compiuto i giusti Museo Regionale di iconografia religiosa in piccolo formato: “Servirà a non disperdere un patrimonio per ora in mano solo ai collezionisti e, soprattutto a raccontare la storia e il sentimento religioso del popolo calabrese, oltre a quel ‘profumo di santità’ che tanto emana la nostra terra”, afferma l’editore di Cosenza.

In Calabria tanti esempi di santità
Sono tanti, infatti, i santi calabresi, che lui stesso indica in base a caratteristiche o provenienza geografica: “Si va da Santa Domenica e Santa Veneranda vergini e martiri, San Fantino il ‘cavallaro’, a San Nicodemo, San Leo, San Nilo, San Bartolomeo; da San Luca da Melicuccà, a Sant’Eusebio e San Gregorio da Cassano, San Bruno da Colonia, San Daniele Fasanella da Belvedere, a Sant’Ugolino da Cerisano e gli altri 5 martiri francescani di Ceuta, fino a San Francesco da Paola, Sant’Umile da Bisignano, San Gaetano Catanoso. Ci sono anche papi calabresi molti dei quali, secondo la tradizione, provengono proprio dal crotonese, come Sant’Antero papa di Strongoli, San Zaccaria papa di Santa Severina e San Zosimo papa di Mesoraca; e poi i beati: Proclo da Bisignano, Lanuino di Serra San Bruno, Angelo di Acri, Nicola Saggio da Longobardi, Pietro Paolo Navarro e Camillo Costanza martiri in Giappone e poi quelli ‘in odore di santità’, come padre Antonio da Olivadi, don Francesco Mottola, mons. Francesco Maria Greco, don Gaetano Mauro fondatore dei Missionari Ardorini, padre Vincenzino Idà, mons. Eugenio Faggiano vescovo di Cariati, il cui corpo riposa nel Santuario della Madonna d’Itria a Cirò, mons. Ernesto Castrilli vescovo di San Marco Argentano, e ultimo mons. Alessandro Vitetti nativo di Cirò Marina. E poi le donne: madre Brigida Postorino di Catona, Elisa Miceli di Longobardi, suor Elena Aiello di Montalto Uffugo, suor Isabella De Rosis di Rossano, Concetta Lombardo, suor Rosella Staltari della Locride…”. Nomi e luoghi legati a storie che costituiscono una delle ragioni più forti di entusiasmo: “Dietro un’immagine sacra c’è sempre una storia affascinante, che merita di essere conosciuta” – asserisce Guzzardi che, a partire dall’iconografia, dalle didascalie e da quanto riportato sul retro, continua a ricercare, scoprire, studiare tutte le storie dei suoi “santini”; e c’è da aggiungere che, spesso, è lui stesso a pubblicarne, quando incontra la storia di una personalità “santa”.
Non è stato facile catalogarle nell’ambito della ricca collezione, che presenta veri e propri gioielli iconografici, per fattura, datazione, disegno, a volte per la preziosità delle decorazioni o per la disarmante semplicità; sempre, ad ogni modo, preziosi alla comunione spirituale con il divino che parte dal dialogo tutto umano suscitato dall’immagine sacra: “Ho iniziato – spiega l’editore cosentino - dividendo quelli raffiguranti Cristo, la Madonna e i Santi, poi ho operato nuove suddivisioni, ad esempio, per Gesù, ho selezionato le scene di vita, il Natale, l’infanzia, gli episodi evangelici, le devozioni al Sacro Cuore e a Gesù Misericordioso o Buon Pastore; idem per la Madonna che ha anche tanti santuari. Ho cercato – aggiunge Guzzardi – di selezionare ordini religiosi, per particolari ‘attributi’, o in base al criterio di ‘patronato’, o per case editrici (le più famose sono la Santa lega Eucaristica di Milano, la AR ed EB, la fratelli Bonella e la Egim, n.d.C.), di districarmi nel ‘mare magnum’ dei santi, dei beati, dei servi di Dio, di personalità che, anche nella nostra terra, hanno dato segni di una santità non proclamata ma ‘vissuta’; si tratta - afferma inoltre - di figure che hanno vissuto con particolare intensità il messaggio evangelico e che meriterebbero di essere maggiormente conosciute dal popolo cristiano, come, ad esempio, una nobildonna di Cirò Marina, Teresa Siciliani, che negli anni Quaranta del Novecento, fondò un orfanotrofio sotto la guida del vescovo di Cariati Eugenio R. Faggiani…”.
Un tema che, per “Progetto 2000”, costituisce l’argomento di numerosi libri pubblicati, anche di autori crotonesi, come “Santi senz’aureola. Ritratti di preti vissuti tra Jonio cosentino e Marchesato crotonese”(2004) e “Santi sconosciuti del crotonese” (2006), di Pietro Pontieri; “Don Matteo Lamanna e i suoi sacerdoti missionari nella Calabria del Settecento” (2004) di Stefano Cropanese; “Amare l’amore” (1997), un volume sull’esperienza missionaria a Rykabamba del prete petilino don Giuseppe Marra.

L’inizio a cinque anni,
con i santini trovato nei tiretti del comò…

E’ un robusto filo di passione per la nostra terra, a legare scelte ideali e impegno culturale espressi, ora, nella ricca collezione di “santini” di Demetrio Guzzardi, che è scaturita, e questo è davvero singolare, dallo stupore e dalla curiosità degli anni della sua infanzia: “Ero un bambino di 4-5 anni e abitavo con la mia famiglia a Cariati, dove sono nato – rammenta l’editore – un giorno, aprendo un cassetto del comò della mia mamma, ne ho trovati tantissimi, con dei libri di preghiera che ne conteneva uno per ogni pagina… ne sono rimasto affascinato al punto da incollarli sui quaderni come fossero delle figurine di calciatori…”. Ma c’è un altro ricordo, altrettanto caro: “Arrivava a casa la nonna paterna, e, per dire il rosario, metteva tutti i santini che aveva su una sedia… sembrava di stare in paradiso! Una volta venne un sacerdote per confessarla e davanti a questa scena osservò: ‘Ecco come si sta in compagnia dei santi’…”. Guzzardi richiama uno degli ultimi scritti di Giovanni Paolo II, in cui, per la recita del Rosario, consigliava di avere davanti un’immagine del Mistero contemplato: “Credo che, senza saperlo, mia nonna Mariarosa abbia anticipato un’enciclica papale…”.
L’interesse per questo raffinato genere di collezione è stato alimentato, negli anni Settanta, dalla “moda” di distribuire immaginette con rappresentazioni molto belle della natura: “C’erano tramonti, cascate, paesaggi innevati, ma ad emozionarmi erano i santini con le facce di Gesù o dei santi”.
Negli anni Ottanta, invece, la lettura di un articolo su una rivista cattolica gli ha consentito di andare oltre la semplice raccolta: “Ho appreso che Gennaro Angiolino, un collezionista fondatore di un’associazione nazionale di cultori di immagini sacre, aveva organizzato una mostra di santini, dove veniva fuori questa differenza tra il ‘Dio natura’ e il ‘Dio persona’, ovvero il Cristo incarnato in una persona, con un volto, un corpo, un modo concreto di fare ed ho capito cosa volevo collezionare; parlando, poi, con amici e conoscenti, ho iniziato a raccogliere le immaginette trovando, per sistemarle, dei criteri che ho sempre aggiornato anche con il confronto con altri collezionisti”. Perché oggi, con internet, le possibilità sono tante, anche per la ricerca: “Basta partecipare alle aste di e-bay, dove ogni giorno si vendono migliaia di pezzi, e c’è chi è disposto a pagare parecchio per quelli che più interessano”. Alcuni arrivano a costare fino a quattrocento euro: “Sono quelli chiamati ‘canivet’, hanno il bordo intagliato o merlettato e spesso, a guardarli in controluce, fanno intravedere un’altra immagine”. L’editore Guzzardi però preferisce quelli poveri, che raccontano la storia della devozione calabrese e che definisce “santini locali”.

Ora, con internet, la creazione
di un punto d’incontro e il lancio della mostra

Per valorizzarli, ha ancora una volta rivoluzionato tutta la collezione avendo trovato un criterio di sistemazione “più idoneo” a quello che con i “suoi” santini intende raccontare. Il risultato è tutto nella mostra “Santi, santità e santini di Calabria - un percorso tra arte e pietà popolare”, peraltro già lanciata su internet (www.premiocassiodoro.eu/santinicalabresi), e con cui “raccontare duemila anni di cristianità attraverso lo strumento più ‘popolare’: un pezzettino di carta con impressi segni di santità, che richiama momenti e significati importanti”. La prima uscita sarà il 19 marzo, a Cosenza, nella parrocchia di San Giuseppe, dove saranno esposti i 20 pannelli tematici che vanno dalla Settimana Santa, alle Devozioni a Gesù, ai Santi Biblici, ai titoli mariani, fino a quelli che, con la caratteristica di vere e proprie “collezioni nella collezione”, sono da riferire alla storia e alla cultura religiosa della nostra regione (tra gli altri “Segni, prodigi e miracoli in Calabria”, “Santità in Calabria”, “San Francesco di Paola”, “Personalità del XX secolo”, “Diocesi”…).
Per ben comprendere la scelta di collezionare in modo prevalente, i santini calabresi, e cioè le immaginette che raccontano la storia della devozione del nostro popolo, bisogna fare un po’ la storia delle immaginette sacre, come Guzzardi stesso la racconta. Il santino, come lo conosciamo noi, nasce nel XV secolo ad opera di San Bernardino da Siena, che, cercando di distogliere molti dal gioco d’azzardo, molto diffuso a quei tempi, esortava a rivolgere più spesso lo sguardo a Gesù, alla Madonna e ai santi; a un tipografo senese, che temeva il fallimento, suggerì di stampare santini al posto delle carte da gioco, e fu un successo: “Col tempo, e in particolare nell’Ottocento, migliorarono le tecniche di stampa e venne usata la cromolitografia con bellissimi santini colorati e lucidati, vennero stampati santini con i merletti e iniziarono le prime collezioni”. Ma avvenne anche il fenomeno dirompente dell’emigrazione verso le Americhe; milioni di persone che partivano in cerca di fortuna desideravano avere con sé l’immagine della Madonna o del patrono del loro paese: “In quella fase cambiò la richiesta agli stampatori, non più santini bellissimi tutti tesi a una chiesa angelicata, ma immaginette ‘locali’, stampate in bianco e nero per evitare i costi di quelle a colori, come quelle che ho in collezione e rappresentano ad esempio, la Madonna dei Poveri di Seminara, la Vergine del Rosario di Bonifati, poi riprodotta identica a Buenos Aires…”. La conclusione di Demetrio Guzzardi offre il senso della sua passione e della sua raccolta di collezioni che, con uno strumento assai popolare, raccontano duemila anni di cristianità: “In quel tempo i nostri nonni, pregando in bianco e nero, ci hanno inconsapevolmente insegnato il valore dell’identità e dell’appartenenza e, come ha detto Giovanni Paolo II, che la pietà popolare è un grande tesoro per la nostra fede”.


visita il sito ufficiale della rassegna

www.premiocassiodoro.eu/santinicalabresi